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FIABA: A MODENA LA QUINTA EDIZIONE DEL FESTIVAL PENSATO PER GLI ADULTI

Conferenze, spettacoli, performance, concerti, mostre d’arte visiva, narrazione di fiabe in voce semplice, oltre a workshop, momenti dedicati al gusto e altro ancora: tanti gli appuntamenti ideati ad hoc in programma per la quinta edizione del Festival della Fiaba, da giovedì 7 a domenica 17 giugno nel Complesso San Paolo, la nuova location del Festival, in centro storico a Modena.

Nei suggestivi cortili nascosti nel cuore della città emiliana ritorna la manifestazione unica sul territorio nazionale per originalità e target di riferimento. Nata da un progetto di Nicoletta Giberti, performer e regista teatrale che da anni indaga attraverso linguaggi eterogenei il genere “Fiaba” con uno sguardo ampio e profondo, l’iniziativa ha quest’anno come tema caratterizzante la “Volontà”.Declinata e indagata in diversi aspetti e sfumature, a cominciare da una serie di conferenze dedicate: tra gli altri scrittori, professori e pensatori come Michele Collina, Adriana Querzè, oltre a Magda Indiveri e Mario Ferraguti approfondiranno il filo conduttore proposto dal Festival in un ciclo di incontri – a ingresso gratuito – che si svolgeranno ogni sera nei cortili location del Festival.Tanti anche gli spettacoli – con un biglietto dal costo variabile e prenotazione obbligatoria – tra cui, da non perdere, “Voluptas” un percorso itinerante dedicato alla volontà come piacere, nei cortili silenziosi del centro di Modena, per uno spettatore alla volta, ideato e diretto da Nicoletta Giberti, direttrice artistica del Festival della Fiaba,“Senza Luce” di Luigi Bernardi, con Giulio Costa per la regia di Michele Collina e Tra duecentomila anni non ci sarà più nulla” di Vincenzo Picone. Per quanto riguarda le mostre Paolo Franzoso sarà presente con una personale curata da Marco Bertoli – nuovo responsabile della sezione delle Arti Visive del Festival – dove combinazioni creative caleidoscopiche tra disegni, collage, pensieri, riflessioni e idee ipnotizzeranno lo spettatore emergendo da piccoli dettagli. Mercoledì 13 l’artista funambola Azzita Alloy dialogherà con le sue opere in uno spettacolo fatto di equilibri, perché a volte la volontà è anche solo quella di “restare in piedi”.

Le fiabe della tradizione saranno, anche per questa edizione, le protagoniste assolute, con un momento dedicato ogni sera in un luogo prezioso, intimo, per un massimo di trenta uditori. Per la prima volta oltre le fiabe tedesche, norvegesi e russe, verrano presentate anche le fiabe italiane di Basile e Calvino.La musica sarà protagonista della “Volontà” con concerti dedicati: Simone Di Benedetto al contrabbasso proporrà un approfondimento su Hemingway, Elsa Martin presenta “La Via dei Canti” una sorta di geografia composta dalle voci di miriadi di sentieri identitari, che esprimono la volontà di riconoscere le proprie radici come strumento di coscienza individuale. Sabato 16 sarà la volta di Mumucs, ovvero la cantante sarda Marta Loddo, che proporrà un percorso attraverso l’improvvisazione, il rock e il pop senza limiti di genere, pensato per voce e loop station, mentre domenica 17 a chiudere il Festival sarà il concerto de La Metralli, sofisticata band modenese, difficilmente etichettabile con una definizione di genere precisa, che fonde nel proprio sound jazz, folk, cantautorato e intrusioni elettriche ed elettroniche.

E, ancora, tante le performance nell’ambito del Festival, come la video proiezione “Janas”, relativa al progetto di Stefania Bandinu dedicato alle tessitrici della Sardegna che passano la loro vita davanti al telaio intrecciando fili colorati, storie, passione e fatica, oppure “La parte che resta” di Cristiano Regina, documentario realizzato trascorrendo alcuni mesi presso l’associazione di accoglienza residenziale “Porta aperta” a Modena, per indagare la volontà di chi abita in luoghi di confine. L’artista Beatrice Pucci proporrà invece un approfondimento sullo stop motion tramite pupazzi e la regia frame by frame mostrando alcuni dei suoi lavori più interessanti. E poi Workshop: nel primo fine settimana sul teatro con l’attore, scrittore e narratore Vincenzo Picone, mentre sabato 16 e domenica 17 giugno si approfondirà il tema della voce e del canto sensibile con Meike Clarelli, voce de La Metralli.

Spazio anche al gusto, che ha un ruolo chiave all’interno del Festival: per tutta la durata della manifestazione sarà infatti attivo un punto ristoro a cura della cucina del Filatoio – il circolo culturale sede del Festival della Fiaba – in cui si crea il foyer del teatro. Un luogo per un momento conviviale in cui condividere un’esperienza, magari incontrando l’artista che si è appena esibito per uno scambio arricchente. Domenica 17 durante il tramonto una performance dedicata al gusto: “Pan di Quercia e di Fiaba” il biologo nutrizionista, docente alla Joia Academy di Milano e fondatore della Associazione BenMivoglio, Ferdinando A. Giannone, insieme a Nicoletta Giberti propone un viaggio tra parole e profumi attraverso il cibo della tradizione che si trova nelle fiabe. Al termine della performance il banchetto sarà tutto da gustare.

Nove giorni densi di appuntamenti quindi, con una pausa lunedì 11 e martedì 12 giugno, in cui ogni sera creare un momento d’incontro oggi più che mai necessario. Perché il Festival nasce per abbattere le frontiere tra le discipline, creare una via per aprire il pensiero, suscitare domande e incontrarsi, in quanto la fiaba, con il suo messaggio sociologico e archetipico, è il canale ideale per indagare le dinamiche umane. Il Festival della Fiaba è una manifestazione rivolta a un pubblico adulto – in quanto le fiabe nascono per gli adulti – ma i bambini saranno accolti con un appuntamento pensato esclusivamente per loro domenica 17 giugno.Il Festival della Fiaba nasce dallo stesso impulso che nel tempo ha mosso l’uomo a raccontare fiabe: l’incontro con il substrato inconscio e l’effetto vivificante che se ne trae, raccontandole, leggendole o semplicemente ascoltandole – spiega Nicoletta Giberti, direttrice artistica e ideatrice della manifestazione – la fiaba è fatta di simboli che si ripetono dalle origini in tutto il mondo, ed è nata per gli adulti, i bambini erano ascoltatori occasionali, di passaggio”.

Ecco allora un Festival unico su tutto il territorio nazionale, che ricrea quello che un tempo veniva definito “focolare”, celebrando il rito della narrazione e predisponendo i suoi visitatori a uno stato di ascolto, perché le fiabe mettono in scena da sempre la stessa storia: l’identificazione del sé. Ogni volta che una fiaba della tradizione viene raccontata, qualcosa di prezioso viene condiviso e compreso da tutti in un’epifania personale e collettiva.Ogni giorno poi le casette del Giardino della Botteghe, anima pulsante e fucina operativa del Festival, apriranno le loro porte per mostrare un luogo del fare, inteso come momento in cui si realizza ciò che prima era un sogno, un’idea e un pensiero immateriale. Lavorazione del vetro, della ceramica o anche semplicemente della pasta, tirata sotto gli occhi dei visitatori dalle sfogline, gioielli tessuti a mano e tanto altro: ogni abitante delle casette è un artigiano che è stato scelto per la sua capacità di creare con le mani prodotti unici.

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