ArtFilm

A Melzo arriva ‘Clic’il selfiefilm per guardare il mondo con altri ‘filtri’

Si terrà venerdi 17 maggio, alle ore 20:45, presso il Teatro Trivulzio di Melzo(Milano), con ingresso gratuito, la nuova proiezione del film “Clic – 10 giorni guidato dal vento“. Una serata organizzata da un gruppo di associazioni, che si è mosso sul territorio per realizzare questo inedito appuntamento cinematografico tra le quali il Gruppo Aleimar Onlus che porterà un valore aggiunto a questo evento presentando il progetto “Piccole Farfalle”, un programma di sostegno a favore dei bambini vittime di violenza sessuale in Brasile.

Clic – 10 giorni guidato dal vento, è l’anti-colossal, un film talmente minimale da essere stato realizzato, girato, interpretato e persino musicato, sonorizzato, mixato, montato e prodotto da una sola persona.Una metodologia di ripresa e post-produzione cinematografica alla portata di tutti proprio perché, come dice il termine, si tratta di fare da sè, fare da soli, autogestirsi, anche se non è, propriamente, per tutti. Da qui il termine SelfieFilm che porta con se la capacità di lavorare in simultanea sia come attore che come regista

“Ed è proprio per questo che stiamo definendo le linee guida di questo nuovo linguaggio cinematografico” racconta Paolo Goglio, primo selfie regista nella storia del cinema,.

“Daremo a tutti la possibilità di esprimere la propria creatività senza rinunciare alla qualità, oggi i tempi sono cambiati: non sono più le apparecchiature a fare la differenza ma solamente il talento individuale nella sua migliore espressione artistica. Porteremo seminari e workshop della Scuola di Selfiefilm a circoli, scuole, enti o associazioni che desiderano ospitare un nostro incontro formativo.Ho realizzato questo film con apparecchiature minimali e in condizioni veramente difficili”, illustra Paolo Goglio. “Inizialmente pensavo di girare un documentario tradizionale ma poi mi sono ritrovato a interpretare un ruolo diverso e dare vita a uno Youtuber un pò impacciato, continuamente disturbato da notifiche e telefonate commerciali.

Il tempo trascorre e la visione di questo spazio cronologico si amplifica nei disegni del vento, gigantesche pale eoliche tracciano il loro movimento circolare nel cielo come giganteschi orologi dell’era tecnologica, la selfiecam descrive come un videodiario le tappe di questo viaggio nelle terre vichinghe che oggi sono segnate dal passaggio delle ultime guerre.

Bunker spettrali e fortificazioni di cemento armato sembrano testimoniare che la vita spesso ci porta a smarrire la rotta, persino un grande faro abbandonato tra le sabbie del mare del Nord diventa il teatro di una scena cult dove le grida di rabbia e disperazione si disperdono nel vento. Ma dopo il grande frastuono iniziale lo spazio inizia a cambiare, il ritmo filmico si dilata e i panorami si espandono.

La frenesia compulsiva del mondo virtuale cambia frequenza, i social e lo smartphone perdono potere e subentrano nuovi scenari, tramonti incantevoli, praterie incontaminate, spiagge deserte, lagune e maree. Ora il cammino riprende in una nuova direzione, autentica e profonda, gli stacchetti che prima miravano solamente a captare qualche like, views, iscrizioni e condivisioni riflettono uno spazio diverso, aumentato e quasi rallentato, trasportando lo spettatore in un piano di ascolto interiore dove tutti possono identificarsi nel vero, grande protagonista di questo film: il mondo nella sua bellezza, nei suoi silenzi, nello spazio e nella contemplazione.

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