Art

Quattro giovani artisti a VS Arte. Sguardi e Luoghi.

La galleria VS Arte a Milano presenta dal 1 febbraio al 3 marzo la collettiva “Sguardi e Luoghi” che delinea, attraverso i lavori di quattro giovani artisti, Tarik Berber, Filippo Cristini, Max Gasparini e Tina Sgrò, un percorso figurativo contemporaneo incentrato sul binomio uomo e ambiente. Della figura umana, l’elemento cui viene rivolta maggiore attenzione è lo sguardo, come si evince dalle opere di Tarik Berber e Max Gasparini in dialogo con i luoghi, le architetture, gli spazi interni ed esterni rappresentati da Filippo Cristini e Tina Sgrò.

La tele di grandi dimensioni di Tarik Berber appartenenti alla serie Windsor Beauties ritraggono figure femminili la cui espressività è trasmessa soprattutto dai volti ed in particolare dagli sguardi o dalla loro negazione, occhi chiusi che comunicano stati d’animo. Le opere in mostra si ispirano ai ritratti della duchessa di York e delle sue amiche, realizzati da Sir Peter Lely, pittore olandese attivo in Inghilterra nella metà del Seicento, come si evince dai richiami ai drappeggi seicenteschi ripresi nei tessuti e negli abiti indossati.La donna è protagonista anche delle opere di Max Gasparini che dipinge volti in primo piano e corpi, il cui realismo e la raffinatezza del dettaglio creano un forte contrasto con i supporti utilizzati, materiali di recupero tra cui sacchi di juta, vecchie lenzuola, cartone, lamiere di metallo ossidate dal tempo. I ritratti in bianco e nero affiorano ad occhi chiusi dalla ruggine della lastra metallica come in Argentum o prendono forma a colpi di spatola dalle macchie della tela precedentemente immersa nel colore nero, come si osserva nell’opera Ariel che cattura lo sguardo sognante di una giovane donna. Numerosi sono i rimandi alla mitologia e all’alchimia, tematiche a cui Gasparini rivolge la sua attenzione anche con l’inclusione di elementi e simboli.

Nel percorso espositivo alla figura umana si affianca la rappresentazione dei luoghi nella loro accezione di spazio sia reale che astratto.Le grandi tele di Filippo Cristini caratterizzate dall’intensità del colore e da una spiccata matericità offrono visioni di spazi urbani, periferie, aree post-industriali e ambienti naturali, in cui la rappresentazione classica del paesaggio si fonde con quella dell’artista fatta di storia e ricordi. In mostra sono esposte opere d’ispirazione cinematografica come Il sogno Assiromilanese, una veduta urbana da cui emerge l’imponente architettura della Stazione Centrale di Milano, e La Zona, che raffigura un ampio spazio desertico ai confini della realtà.

Orientati alla dimensione onirica sono invece i luoghi di Tina Sgrò, siano essi ambienti familiari o scenari tratti da immagini e fotografie, dove il tempo appare sospeso. Si tratta di interni di abitazioni, salotti, camere, luoghi che appartengono all’inconscio dell’artista e da lei rielaborati tramite la pittura, in cui la presenza umana si percepisce soltanto dalle tracce delle sue azioni. Dettagli, come la posizione di una sedia nell’opera Noia, e oggetti di uso quotidiano, ad esempio i bicchieri sul tavolo in Bollicine, suggeriscono il passaggio di una figura uscita dalla scena, lasciando allo spazio il racconto della sua esistenza.
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