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‘UNTITLED ‘ di RONI HORN . IL PAESAGGIO E’ ESPERIENZA

“Si può riconoscere il grande freddo”, lei  spiega, “dalla luccicante nebbiolina che impermea l’aria. Quando una persona cammina in questa foschia, forma come un corridoio. Il corridoio ha i contorni di questa persona. La persona passa, ma il corridoio resta, immobile nella nebbia”.“Il paesaggio mi meraviglia e incanta ancora. E’ qualcosa di esclusivamente esperienziale. Non c’è altro modo per conoscerlo. Un paesaggio è qualcosa di troppo complesso per esprimerlo in qualsiasi altra forma. O è esperienziale o non è niente”  Roni Horn.

Al Castello di Ama  la nuova installazione site specific realizzata dall’apprezzata artista americana Roni Horn:Untitled. L’opera è il quindicesimo lavoro che confluisce nella collezione permanente Castello di Ama per l’Arte Contemporanea. Ama è un piccolo borgo tra le colline del Chianti: si trova  in provincia di Siena, dove i vigneti si alternano agli oliveti e al bosco. La tenuta Castello di Ama è riconosciuta quale una delle aziende di eccellenza nel panorama vinicolo internazionale e come sede di una nelle più importanti collezioni d’arte contemporanea di opere site specific. L’Azienda, nata nel 1972 per amore di quattro famiglie romane, ha attualmente una superficie totale di circa 230 ettari dei quali 80 coltivati a vigneto e 40 a ulivo, posti ad un’altitudine media di 480 metri. La produzione, proveniente esclusivamente dai propri vigneti, è di circa 300 mila bottiglie l’anno e trova il suo paradigma proprio nel “Castello di Ama San Lorenzo”, autentico ambasciatore del Chianti Classico.Dal 1999, il progetto Castello di Ama per l’ Arte contemporanea, invita i più ispirati artisti contemporanei a realizzare opere site specific per il piccolo borgo nel cuore del Chianti. Dal 1999 ad oggi, gli artisti che hanno lasciato il loro personale segno ad Ama sono: Michelangelo Pistoletto, Daniel Buren, Giulio Paolini, Kendell Geers, Anish Kapoor, Chen Zhen, Carlos Garaicoa, Nedko Solakov, Cristina Iglesias, Louise Bourgeois, Ilya e Emilia Kabakov, Pascale Marthine Tayou, Hiroshi Sugimoto, Lee Ufan.

A partire dai primi anni Ottanta, Roni Horn ha creato un singolare corpus di lavori che unisce rigore concettuale, eco poetici e invenzioni formali. La sua pratica eterogenea include scultura, fotografia, disegno e libri d’artista. Horn si focalizza sulla dimensione esperienziale delle cose. In Untitled (“One can recognize…”), Roni Horn ha posizionato un oggetto di vetro di forma rotonda in una stanza rustica e nascosta di Villa Ricucci. Questa installazione rappresenta un incontro diretto, studiato con precisione ma metaforicamente aperto, con le proprietà intrinseche al materiale scelto. L’elemento di vetro è illuminato esclusivamente dalla luce naturale che proviene da un’unica finestra, e il suo tenue colore bianco/azzurro cambia con il passare delle ore della giornata e il trascorrere delle stagioni. La luce tipica del Chianti è una presenza materiale che assomiglia ad un paesaggio complesso. Lo scambio dialettico tra la luce e il vetro accresce nello spettatore la consapevolezza dell’instabilità e della mutabilità dei concetti di percezione e identità. Come dice Horn: “L’identità doppia è presente in tutto il mio lavoro. Sono affascinata dalle cose che non sono ciò che sembrano. Sono anche interessata alle cose che non possono essere ridotte ad un’unica definizione ma che per natura, invece, sono complesse.” Misteriosa e affascinante nel suo continuo variare, Untitled (“One can recognize…”) si inserisce in equilibrio perfetto nell’ identità specifica di Castello di Ama.

 

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