La fotografia contemporanea alla Triennale di Milano inaugura con The Ballad of Sexual Dependency
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Dopo la tappa al MoMA di New York approda in Italia, come prima mostra del Museo di Fotografia Contemporanea, alla Triennale di Milano,l’opera “Ballad” della fotografa statunitense Nan Goldin , esponente di spicco della fotografia contemporanea
Ballad , il suo lavoro più celebre, è un work in progress avviato agli inizi degli anni Ottanta e poi continuamente ampliato e aggiornato, è oggi ampiamente riconosciuto tra i capolavori della storia della fotografia.
È un’opera immersiva, costituita da circa 700 immagini a colori montate in sequenza filmica, per una durata di 45 minuti, e accompagnate da una colonna sonora che spazia dal punk all’opera. Un diario visivo autobiografico e universale, intimo , sulla fragilità degli esseri umani, sulla tensione continua tra l’individualità e il bisogno di relazione. Un susseguirsi di immagini che raccontano di vita, sesso, trasgressione, droga, amicizia, solitudine.
Lo sguardo di Nan Goldin abbraccia ogni momento della propria quotidianità e del proprio vissuto. L’artista fotografa se stessa e le travagliate vicende dei suoi compagni, nella downtown di Boston, New York, Londra, Berlino, tra gli anni ’70 e ’80. Una fotografia istintiva, incurante della bella forma, che va oltre l’apparenza, verso la profonda intensità delle situazioni, senza mediazione alcuna.
Nan Goldin, è oggi tra le star indiscusse della fotografia mondiale. Il suo immaginario visivo conquista il mondo dell’arte e le case di moda, le sue immagini compaiono sulle copertine dei magazine più diffusi e nelle campagne realizzate per i grandi marchi di abbigliamento, profumi e accessori
L’installazione è costituita da una scenografia ad anfiteatro che accoglie il pubblico e consente la visione dell’opera, un video che viene proiettato ogni ora. Completano l’esposizione materiali grafici e alcuni manifesti originali, utilizzati per le prime perfomance di Nan Goldin nei pub newyorkesi.