Il nuovo ciclo presentato in quest’occasione è quello dei Flowers, una rievocazione in chiave Pop dei classici vasi di fiori fiamminghi, tratti in particolare da Jan Brueghel: lo splendore delle varietà floreali, la magnificenza dei colori sono tradotti in superficie attraverso singolare rielaborazione digitale. I fiori hana rappresentano uno dei punti cardine dell’ideale di bellezza effimera dell’estetica della cultura Giapponese, già introdotti in chiave ultra-pop da Takashi Murakami che ha utilizzato il soggetto floreale in modo seriale, tra opere uniche, stampe e capsule-collection, proposti con la faccina da “emoticon” come liaison tra l’immaginario pop occidentale e orientale.Nell’interpretazione di Tomoko, il tema è legato alla vanitas e rappresenta l’ennesima riflessione attorno al motivo della morte attraverso il suo opposto, la vita. La scelta di questa singolare iconografia da parte dell’artista risponde al medesimo criterio che in passato l’ha avvicinata al particolare della mela bacata di Caravaggio, all’immagine di Narciso che si specchia, o alla Medusa dalla testa insanguinata, rappresentando una sorta di felice ossessione.
Negli spazi della galleria Deodato sono allestiti altri nuovi cicli di Tomoko, tutti del 2018: si tratta di stencil che rappresentano una variante della precedente produzione su materiali particolarmente iridescenti e riflettenti, in grado di rendere l’icona sempre più leggera nel trasferimento dal digitale alla superficie trasparente. La tecnica dello stencil, nota al mondo dell’arte grazie ai linguaggi della street art (da Banksy in poi) è riproposta e sperimentata su materiali cangianti che vanno oltre il semplice cambio di supporto e diventano un importante display tecnico e tecnologico.