“Splendida Persia, visioni nel Gioiello”: al Museo del Bijou una mostra organizzata per mettere in relazione l’influenza della cultura persiana sulla creatività occidentale, in particolar modo la realizzazione di gioielli e ornamenti che hanno segnato un’epoca di intenso sviluppo.
E’ stata la Persia ad aver influenzato maggiormente lo stile dell’ornamento, in particolare dell’iconica bigiotteria come magari quella degli anni Sessanta a cui ora Bianca Cappello storica, docente e critica del gioiello, dedica una mostra insieme alla designer iraniana Sogand Nobahar e fondatrice dello studio Nobahar Design.
Il tour espositivo di“Splendida Persia, visioni nel Gioiello” al Museo del Bijou a Casalmaggiore, famoso anche come uno tra i più importanti distretti di bigiotteria della provincia di Cremona, ospita fino al 28 gennaio 2018 antichi e preziosi gioielli provenienti dalla Mesopotamia, mettendo in risalto tutte le qualità orafo-culturali di una comunità che ha una tradizione millenaria nella produzione di questi monili. Come in una sorta di dialogo, si inseriscono accanto le perle della Persia, anche i gioielli contemporanei firmati da alcuni tra i principali designer iraniani, chiamati a reinterpretare i temi ed i simboli della tradizione popolare delle culture persiana arabo-islamica, zoroastrica e apotropaica.
Immancabili anche i gioielli Made in Italy che affrontano un viaggio stilistico intrecciato oltre che con l’antichità, anche con alcune delle tappe creative più contemporanee, riscoperte guardando agli anni ’60 e ai Duemila. Accessori che riportano le grandi sigle della bigiotteria italiana, ispirata per l’appunto all’iconografia persiana. Un grande universo per capire come le differenze in realtà non possano che essere punti comuni anche di mondi distanti.
“Splendida Persia, visioni nel Gioiello” ospiterà anche i gioielli concettuali di un gruppo di studenti del corso di Design del Gioiello dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e un inedito reportage documentario del fotografo Federico Wilhelm che nel suo lavoro strizza l’occhio al panorama socio-artistico dell’Iran contemporaneo.
