Dal primo Rapporto Mondiale sulla Felicità, pubblicato nel 2012, sono 4 i Paesi che sono stati al vertice della classifica: Danimarca (2012, 2013 e 2016), Svizzera (2015), Norvegia(2017) e Finlandia (2018, 2019 e 2020). Con la crescita costante dei suoi punteggi medi, la Finlandia ha
consolidato il suo primato ed è oggi in netto vantaggio sulla Danimarca, che occupa il secondo posto.
Tra I primi 10 Paesi ci sono poi Svizzera, Islanda, Norvegia, Olanda, Svezia, Nova Zelanda, seguiti dai due nuovi arrivati ai vertici della classifica, Lussemburgo e Austria. “Il World Happiness Report si è dimostrato uno strumento indispensabile per i governi e le istituzioni
mondiali, che vogliono meglio comprendere cosa rende felici le persone e di conseguenza per promuovere il benessere dei propri cittadini”, commenta Jeffrey Sachs. “Ancora una volta rileviamo, tra i principali motivi di benessere, una buona rete di supporto sociale, il senso di fiducia, governi onesti, sicurezza dell’ambiente e uno stile di vita sano.”
Oltre alla classifica dei Paesi, per la prima volta il Rapporto Mondiale sulla Felicità 2020 redige una lista delle città più felici al mondo, in termini di benessere soggettivo. Non è sorprendente che la città più felice al mondo sia Helsinki, la capitale della Finlandia. Il Rapporto, infatti, indica come generalmente le città più felici siano nei Paesi più felici, e approfondisce poi il modo in cui l’ambiente sociale, urbano e
naturale influiscano sulla felicità stessa. Una passeggiata in spazi verdi rende le persone felici – ma soprattutto se la fanno in compagnia di un amico.
“Un ambiente sociale, sia esso urbano o rurale, è quello in cui la gente sente un senso di appartenenza, in cui gli individui condividono fiducia e piacere nello stare gli uni con gli altri e nei confronti delle loro istituzioni”, afferma John Helliwell. “In queste comunità si sviluppa anche una forma più alta di resilienza, perché la fiducia condivisa riduce il peso delle difficoltà, diminuendo di conseguenza la diseguaglianza del benessere”.
Chiaramente, le città giocano un ruolo fondamentale nella crescita economica e nell’interazione umana.
Comprendere le fonti di felicità e benessere diventa sempre più vitale, con le popolazioni che continuano a spostarsi da aree rurali ad aree urbane, mettendo alla prova risorse e infrastrutture. Il Rapporto non si limita a comparare città a livello globale, ma valuta anche come la popolazione urbana sia felice rispetto a quella non urbana all’interno dello stesso Paese.
“In generale, riscontriamo che, spesso, la felicità media di chi vive in città risulta più alta della media della popolazione generale del Paese, specialmente in Paesi ancora in via di sviluppo”, dice Jan-Emmanuel De Neve. “Ma il vantaggio di questa felicità urbana sembra evaporare e addirittura a voltedivenire negativo per città in Paesi molto sviluppati, suggerendo in qualche modo che la ricerca della
felicità possa essere persino più fruttuosa se si vive in aree rurali.”
Il World Happiness Report 2020, che classifica 156 Paesi in base a come i loro abitanti ritengano di essere felici, secondo la loro personale valutazione della propria vita, viene presentato oggi, 20 marzo – Giornata Mondiale della Felicità.
I 10 Paesi più felici al mondo sono:
1. Finlandia
2. Danimarca
3. Svizzera
4. Islanda
5. Norvegia
6. Olanda
7. Svezia
8. Nuova Zelanda
9. Lussemburgo
10. Austria
11. Canada
12. Australia
13. Regno Unito
14. Israele
15. Costa Rica
16. Irlanda
17. Germania
18. USA
19. Repubblica Ceca
20. Belgio
L’Italia si attesta per la prima volta in trentesima posizione, confermando il proprio trend di crescita degli anni precedenti (posizione 36 nel 2019 e posizione 46 nel 2018)
Quattro dei sei indicatori nel Rapporto per spiegare la felicità di un Paese e del suo popolo sono aspetti diversi dell’ambiente sociale, tra cui: avere qualcuno su cui contare, avere un senso di libertà nel prendere decisioni per la propria vita, generosità, fiducia. Il Rapporto guarda anche a quanto la diseguaglianza impatti la percezione della felicità individuale e a quanto invece un ambiente sociale positivo possa
contribuire a mitigare gli effetti della diseguaglianza stessa.
“La disuguaglianza della felicità riduce di molto la valutazione media della propria vita”, commenta Richard Layard, “Questo significa che le persone sono più felici quando vivono in società senza estreme disparità nella qualità della vita.”
Altri fattori che fanno parte del nostro ambiente naturale giocano un ruolo significativo nel determinare la felicità. A livello nazionale, il Report guarda ai livelli d’inquinamento, clima e temperature. Inoltre, utilizzando uno studio più ristretto, a 13.000 volontari, a Londra, è stato domandato quale fosse il loro stato emotivo, incrociandolo con i dati ambientali. Questi dati andavano dall’essere vicino a un corso
d’acqua o a uno spazio verde, fino alla qualità dell’aria, al livello di rumore e alle condizioni del tempo.