IL CORTOMETRAGGIO “I AM BANKSY” VOLA A LOS ANGELES
“I Am Banksy” il nuovo cortometraggio firmato dalla regista Samantha Casella, dedicato all’artista cult, massimo esponente della street-art e simbiolo di una generazione (la cui identità rimane ancora oggi misteriosa) è pronto per volare a Los Angeles.
È stato infatti selezionato al Golden State Film Festival di Los Angeles. L’evento si terrà dal 22 al 28 marzo 2019 e si tratta della prima assoluta negli Stati Uniti di “I Am Banksy”. La sede è uno dei luoghi più suggestivi di Hollywood: il Chinese Theatre, sulla Hollywood Blvd. E non è finita qui, perché il cortometraggio è in semifinale al Los Angeles Independent Film Festival Awards.
Protagonista di “I Am Banksy” è Marco Iannitello, nei panni di un giornalista spregiudicato e arrivista, disposto a tutto pur di scoprire l’identita? di Banksy. Saranno un ex componente della prima “banda di strada” di Banksy, un professore che sostiene di aver avuto come allievo il leggendario artista, un improponibile “socio” che ha pagato sulla sua pelle l’avventurosa esperienza e un gallerista sornione ad avvicinarlo alla soluzione
dell’enigma. Ormai incastrato in un vortice dove verita? e menzogna si confondono tra loro, ignaro dei segnali di pericolo emersi lungo il cammino, la discesa negli inferi del protagonista si conclude alla corte di Anubi.
Nel cast anche Caterina Silva, Diego Verdegiglio, Roberto Rizzoni, Mirko Ciociari e Matteo Fiori. «Il mistero che avvolge l’identita? di Banksy ha contribuito a ricoprirne di fascino la figura.
Le sue opere denunciano le assurdita della societa occidentale, la manipolazione mediatica, l’omologazione degli individui, l’atrocita della guerra, la falsità della politica, l’inquinamento, lo sfruttamento minorile, la brutalità della repressione poliziesca, il feticismo che avvolge il collezionismo.
Per veicolare questi messaggi, Banksy utilizza principalmente soggetti quali poliziotti, bambini, umili lavoratori, scimmie e ratti» – spiega
Samantha Casella nelle note di regia – «Eppure, per quanto onorevoli siano questi presupposti, non appare cosi fuori luogo pensare a Banksy come a una mano disposta a veicolare determinati messaggi imposti da una “mente” decisa, se non a combattere, a puntare il dito contro il “sistema” votato al consumismo piu sfrenato, ma forse piu cinico, solo all’apparenza».