Vuoi andare in un luogo che racconta una favola e sussurra emozioni?
C’è un posto dove fuggire qualche giorno che sembra fatato proprio perchè incantato tra le montagne di Corvara dove la pista è accanto all’uscio: un attimo e la lamina dello sci sfrigola sulla neve in un brivido sensuale.
La distesa infinita di piccoli cristalli di ghiaccio è un invito per cuore, mente, polmoni e gambe. Il corpo si ridesta. Il freddo dell’inverno quando è vissuto sulla neve è vera euforia ,il camino acceso, il calore delle piccole cose: l’atmosfera in Casa infonde serenità. La colazione è un buffet ghiotto ed energetico. L’aperitivo distende i muscoli in un gioco d’anticipo sulla cena. Il menù, di quattro portate, è ladino nell’ispirazione. E la stube tutto riscalda.
Una casa nel mezzo del vecchio paese di Corvara. Una delle più antiche. Vista sul Sassongher. Il Ladinia è stato il primo albergo di Corvara. Anno di grazia 1930. Licenza numero 1. A fare tutto ciò è stato Cesco Kostner, un uomo che da solo avrebbe cambiato il destino di centinaia di contadini. Fra i legni delle stanze si può ancora sentire la sua voce. E bere un bicchiere alla sua memoria è sempre una buona cosa.E’ il 1930 quando Cesco Kostner decide di trasformarla in una piccola pensione. Un pezzo di storia che ancora vive. Nei legni che scricchiolano, nei pochi oggetti che parlano, nella luce che filtra con delicatezza dalle finestre incorniciate, nell’intimità che si respira. Qui tutto sembra sospeso, come se il tempo avesse trovato un buon riparo. Più che una casa, è un rifugio per il corpo e per l’anima. Queste sono le ragioni che hanno spinto la famiglia Costa a donare nuova energia a un
ambiente autentico, di una semplicità che rasenta la poesia. Le stanze sono poche ma molto accoglienti. I bagni sono piccoli, ma dai rubinetti scorre l’acqua pura delle Dolomiti. In questa casa c’è tutto quello che occorre per immergersi in una dimensione priva di eccessi, ma ricca di emozioni. Qui c’è
calore, compostezza, grazia. In tutte le cose. Nei pavimenti di legno che raccontano storie antiche, nelle stube, nei semplici decori, nelle tovaglie, nelle stoffe e nelle persone che vi accolgono. Non c’è ridondanza in questo rifugio, piuttosto assonanza con lo spirito che permea le montagne che gli girano intorno.
La prima colazione sa di casa, l’aperitivo tirolese ha uno speck che profuma di campi. La cena si basa su pochi piatti legati
alla tradizione, con prodotti che provengono dalla filiera, perché si preferisce il locale, il breve, l’essenziale. La locanda è il ristorante di casa. Propone i classici delle alpi, dall’aperitivo “Cesco” prodotto con vodka svizzera, chiamato così in onore di Cesco Kostner, al canederlo tipico con
burro del contadino e salvia dell’orto. L’ambiente è semplice ma davvero accogliente. Locanda aperta anche ad esterni a pranzo e a cena, prezzo medio € 30.
Anche la carta dei vini pensa in piccolo. Piccole aziende locali che producono piccole quantità di bottiglie. Autentici gioielli enologici che provengono in parte dall’Alto Adige, in parte da altre zone d’Italia secondo il criterio: less is more.
Non manca lo champagne, anche in questo caso offerto da una
piccola azienda che lavora con grande cuore.
Il fascino di questo posto non è in quello che c’è ma in quello che manca.
“Non abbiamo una spa da 5.000 metri. Ci fossero, serviremmo vini ladini, e anche quelli australiani non li stappiamo. La radica pregiata la lasciamo alle pipe e il marmo l’abbiamo lasciato a Carrara. Nelle camere non ci sono legni pregiati indiani e manca il frigo bar. Abbracciamo l’Economia del Bene Comune e non usiamo carta patinata per i nostri depliant. Qualcuno dice che il fascino di questo posto non è in quello che c´è ma in quello che manca. Mancano le facce lunghe e mancano i clienti. Da noi si chiamano ospiti. Nella nostra Casa, nella nostra famiglia andiamo alla ricerca della Bellezza servendo sorrisi e coccole”.Michil Costa