Apre BAROQ art bistrot . Un luogo cultural-gastronomico tra cibo napoletano e arte
Il Natale a Napoli è magico ,l’atmosfera è unica e se avete scelto di visitarla per queste feste andate anche in PiazzaVittoria, perchè a pochi passi dal lungomare di Napoli, apre Baroq art bistrot: un’esperienza nuova, che vuole coniugare lungo il fil rouge delle affinità elettive la gastronomia ed il buon bere con l’arte, dalla grande stagione del Barocco napoletano al contemporaneo.
Baroq non vuol essere solo una galleria, solo un bar e neppure solo un ristorante. È uno spazio che nasce nella convinzione di far vivere felicemente insieme mondi diversi ma ugualmente legati al passato culturale di Napoli, nel nome della qualità, della specificità e del valore della tradizione. Le mura sono quelle dell’antico Palazzo De Majo, commissionato nel XVIII secolo dalla famiglia De Majo a Ferdinando Sanfelice, al civico 6 di Piazza Vittoria. Gli spazi sono allestiti prendendo in prestito i materiali della terra partenopea, il tufo giallo e la pietra lavica, luce e ombre, i due volti di Napoli. Al centro del locale è stata recuperata una grata spalliera del XVII secolo in ferro e ottone dorato, elemento distintivo e quasi icona dello spazio che in passato ha ospitato una galleria di antiquariato.
In occasione dell’apertura del 6 dicembre Baroq ospita fino al 10 febbraio una mostra di Micco Spadaro, al secolo Domenico Gargiulo (Napoli, 1609/1612 – 1675), pittore e cronista nella Napoli del ‘600. Quattro i dipinti esposti. Completano la mostra immagini video che sottolineano alcuni dei più rappresentativi episodi di vita e cronaca napoletana del XVII secolo. L’esposizione, da taglio giornalistico, che attinge dalla produzione di uno dei più dotati fotoreporter ante litteram che la pittura ricordi, sarà il palcoscenico su cui vivere un’esperienza cultural gastronomica nuova e tutta da inventare.
All’insegna della grande tradizione classica partenopea è anche l’offerta di cucina del fuoriclasse napoletano Antonio Tubelli, cuoco di grande passione e lunga esperienza, l’ultimo monzù napoletano, come è stato definito per la sua cucina di memoria (i Monzù, trasposizione dialettale della parola francese monsieur, erano nei secoli XVIII e XIX i capocuochi delle case aristocratiche nel Regno delle Due Sicilie). ll menù à la carte offre piatti semplici, a volte dimenticati, della tradizione, contraddistinti dall’attenta ricerca stagionale delle materie prime locali, cucinati con estro e smisurata passione: lo scammaro, il pacchero ripieno, le tempure, solo per citare alcuni piatti che sono cifra stilistica della cucina di Tubelli con la chef Carmela Sabato.