‘How Evil Es Pop Art?’ 31 artisti europei della PopArt in mostra a Lugano
Lo Spazio -1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati ospita la mostra How Evil Is Pop Art? New European Realism 1959-1966 .Una selezione di opere, provenienti dalla Collezione Olgiati e da una delle principali collezioni private dedicate alla Pop art europea, che mette in luce i fenomeni Pop europei sviluppati a partire dalla fine degli anni Cinquanta.
“Quanto è diabolica la pop art?”, domandava la giornalista Tullia Zevi nel 1964 nella sua recensione alla Biennale di Venezia di quell’anno, rendendo chiara la reazione avversa di un’ampia fetta di pubblico alla comparsa di questa nuova arte, che emergeva verso la fine degli anni Cinquanta in tutta Europa in risposta al dilagante entusiasmo nei confronti della cultura di consumo americana, del suo universo mediatico e pubblicitario.
Con quarantadue opere, tutte eseguite tra il 1959 e il 1966, la mostra,fino al 6 gennaio,offrirà un panorama molto ampio dei linguaggi artistici che, tra differenze e similitudiini, si sono formati simultaneamente in Francia, Gran Bretagna, Italia e Germania: dipinti e sculture che rappresentano i massimi esiti del Pop europeo mostrano come in questi Paesi si sia articolata una nuova sensibilità artistica che, nella ricchezza del linguaggio formale e nell’ampiezza dei contenuti, è equiparabile alle caratterizzazioni della Pop Art statunitense.Il percorso espositivo pone a confronto trentuno artisti, tra cui troviamo pionieri del primo Pop britannico come Peter Blake, Pauline Boty, Allen Jones e David Hockney, accanto ad esponenti di punta del Nouveau Réalisme francese, quali Martial Raysse, Jean Tinguely, Niki de Saint Phalle e Daniel Spoerri, e ancora protagonisti come Peter Klasen e Konrad Lueg della radicale rottura con la pittura astratta in Germania. Una posizione di rilievo rivestono, infine, le diverse formazioni della Pop Art italiana, tra cui figurano celebri rappresentanti quali Mimmo Rotella, Franco Angeli, Gianfranco Baruchello, Tano Festa, Mario Schifano e Michelangelo Pistoletto, che si sono distinti per la molteplicità di linguaggi, oltre che per l’imprescindibile legame con la tradizione culturale del loro paese.