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Romaeuropa .Il festival della creatività internazionale

Dal 19 Settembre al 25 Novembre a Roma, l’ edizione trentatre di un festival gigantesco,  che riesce a coinvolgere 4 continenti .Questo si che è un festival!

27 i luoghi del festival che ospiteranno 68 progetti per 168 repliche oltre a mostre, installazioni, convegni e percorsi di formazione; circa 55.000 posti di spettacolo in vendita, 38 prime nazionali e 29 programmi internazionali, 10 coproduzioni, per un’edizione che supera i confini europei aprendosi sempre più al mondo intero e ai nuovi sguardi capaci di raccontarlo e interpretarlo.

Più di 60 le compagnie di cui 40 per la prima volta al Festival, provenienti da 24 nazionalità differenti, oltre ai vari ensemble, per un totale di 311 artisti coinvolti con i loro suoni, con le loro visioni di mondi utopici e immaginari o con le loro storie reali che fanno i conti con le grandi trasformazioni e con le grandi contraddizioni della contemporaneità.Ad aprire la trentatreesima edizione del REf, il 19 Settembre, è Kirina, un viaggio tra Africa e Occidente all’insegna del movimento e della commistione d’immaginari firmato dal coreografo burkinabé Sergè-Aime Coulibaly e dalla sua Faso Dance Théatre, con i testi dello scrittore e studioso Felwine Sarr, le musiche della cantante icona della world music Rokia Traorè e la presenza live della sua band.

D’altro canto la musica attraversa come un filo rosso l’intera programmazione come trait d’union tra continenti, immaginari e generazioni, definendo con la sua forza quella capacità di mediare e riconciliare mondi, culture, estetiche e pensieri apparentemente contrapposti che caratterizza il Romaeuropa. E La chiusura del festival non poteva che essere un grande evento musicale: il 25 novembre l’appuntamento è all’Auditorium Parco della Musica per una “gran finale”, in coproduzione con Fondazione Musica per Roma, che coinvolgerà tutte le sue sale.

Il REf18 si articola nei tre percorsi STORIEVISIONI e SUONI, e nelle sezioni DIGITALIVE a cura di Federica PattiANNI LUCE a cura diMaura TeofiliDANCING DAYS a cura di Francesca ManicaREf KIDS a cura di Stefania Lo Giudice e nelle attività di incontri e workshop di COMMUNITY a cura di Lara MastrantonioMassimo Pasquini e Matteo Antonaci.

Arrivano per la prima volta al Festival con le loro storie dal mondo il libanese Omar Rajeh con la sua compagnia Maqamat e il compositore e artista visivo Zad Moultaka, la francese di origini vietnamite Caroline Guiela Nguyen, la cinese Wen Hui, lo svizzeroMilo Rau, le argentine Lola Arias e Cecilia Bengolea, quest’ultima in coppia con il francese François Chaignaud, le cantanti e musicisteRokia Traorè, Oumou Sangarè (entrambe dal Mali) e Angelique Kidjo (Benin), la Great Jones Repertory Company de La Mama di New York con la compagnia Motus, Mario MartoneOffice for a Human Theater con Filippo Andreatta, Mimmo Cuticchio con Virgilio Sieni, il duo francese Tsirihaka Harrivel & Vimala Pons e l’artista visivo e compositore giapponese Rioji Ikeda.Al loro fianco, oltre ai già annunciati Peter BrookHofesh Shechter e Ivo Van Hove, i protagonisti della creazione contemporanea italiana e internazionale ospitati nelle scorse edizioni del festival, come Daria Deflorian e Antonio TagliariniLuigi de Angelis e Fanny & Alexander, Tim Etchells con Ant Hampton (per una collaborazione con Short Theatre) e i coup de coer più recenti del festival come gli israeliani Sharon EyalGai Behar e la loro L-E-V o i catalani Agrupación Señor Serrano.

La musica del nostro tempo è protagonista con gli artisti della scena internazionale come John Adams, invitato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Cristina Zavalloni (che interpreterà 10 canzoni che sconvolsero il mondo rielaborate da Luca Antignani,Francesco AnonioniMaurizio Azzan, Giovanna Bertelli, Silvia Borzelli, Sara Càneva, Mauro Lanza, Mauro MontalbettiVittorio Montalti, Daniela Terranova), Fabrizio OttaviucciFranco D’AndreaEdison StudioFay Victor con Daniele Del Monaco e Marc Ribot, e tutti gli ensemble e le orchestre: Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa CeciliaEnsemble Giorgio Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala (per un esclusivo omaggio a Frank Zappa diretto da Peter Rundall), i Solisti dell’Ensemble InterContemporain, il Parco della Musica Contemporanea Ensemble, Solistenensemble KaleidoskopEdison StudioTempo Reale,Eklekto Ensemble.

Lo splendido salone di Pietro da Cortona di Palazzo Barberini sarà aperto per la performance della compagnia italiana Anagoor che (oltre al suo ultimo spettacolo) presenterà una performance musicale nata in collaborazione con Accademia D’Arcadia e in corealizzazione con Barberini Corsini Gallerie Nazionali. Negli spazi storici della capitale anche la compositrice Lucia Ronchetti, per una collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma, in scena nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano (ex Planetario). Il Palazzo Falconieri dell’Accademia d’Ungheria in Roma ospiterà il compositore Dániel Dobri mentre l’Accademia di Francia – Villa Medici sarà cornice di una performance dell’iraniano Ali Moini. Spazio alla multimedialità anche nella Sala Santa Rita con le installazioni site-specific di NONE Collective e Robert Henke.

Il Mattatoio è “hub” della giovane creazione contemporanea del REf18. Qui si esibiscono, per Dancing Days e il network Aerowaves, la coreografa olandese Karen Levi; il greco Christos Papadopoulos, la norvegese Ingrid Berger Myhre, i viennesi Dominik Grünbühel eLuke Baio oltre agli italiani Salvo Lombardo e la sua compagnia ChiasmaSara Sguotti e Luna Cenere tutti rappresentanti delle più recenti espressioni della danza europea. A testimoniare l’odierno fermento della scena italiana, per Anni Luce, sono, invece, Liv Ferracchiati con The Baby WalkChiara BersaniVicoQuartoMazzini e Fabiana Iaccozzili.

Per Digitalive, illustrano le possibilità creative delle tecnologie Marco DonnarummaQuiet EnsembleKamilia Kardfuse* oltre a dj e compositori emergenti come Caterina BarbieriAndrea Familiari con Demetrio CastellucciPolisonum e altri artisti.Sempre il Mattatoio si fa spazio dedicato ai bambini e alle famiglie con la programmazione di REf Kids, vero e proprio festival nel festival con la sua intensa programmazione di spettacoli (tra gli artisti presenti: Clédat & PetitpierreOndadurto teatroTeatro delle BricioleUnterwasserJacques TellitocciOorkanTheatre des Tarabates, Letizia Renzini), momenti ludici (come quelli creati dalle istallazioni o dalle performance di Guixot de 8Officine K e Dynams) e numerosi talk e laboratori nati grazie alla collaborazione di RAI Porte AperteRai Radio KidsFamiglia punto zero e Doppio Ristretto, la libreria itinerante Ottimomassimo, la realtà dedicata alle mamme Pachamamma e S.C.O.S.S.E.

«Torna il Romaeuropa Festival, una delle grandi eccellenze culturali del Lazio. Quest’anno abbiamo un motivo in più per sostenere questa importante istituzione culturale: Romaeuropa, infatti, darà vita a sei importanti momenti culturali ad Amatrice, Accumoli e Cittareale», afferma a tal proposito Nicola Zingaretti. «Tre produzioni di livello assoluto che contribuiranno a portare vita e speranza nelle comunità dei territori del sisma. Un altro passo verso la rinascita».Da parte sua Luca Bergamo afferma: «Romaeuropa è la porta d’accesso per chiunque voglia conoscere, scoprire, approfondire idee, esperienze di donne e uomini di paesi lontani. Il Festival ogni anno raccoglie per chi vive e visita la Capitale un programma che permette di aiutare a decodificare la complessità della nostra realtà sociale. È un viaggio che da Roma ci porta lontano, per riportarci a casa con un’esperienza culturale importante e, sicuramente, cresciuti»Promuovere l’apertura alla conoscenza è un modo per poter negare i falsi preconcetti riguardo i rischi che la nostra società corre incontrando altre civiltà» spiega Monique Veaute, «È una sfida che il Romaeuropa Festival 2018 intende accogliere invitando artisti dall’Africa, dall’Asia, dal Medio Oriente, dal Nord e Sud America».Una programmazione transgenerazionale dà vita, come spiega Fabrizio Grifasi, a un «un Festival Mondo che fisicamente intercetta e convoglia pensieri e progetti, incrocia temi e questioni al cuore del nostro vivere come modalità di libero sviluppo della ricerca artistica, sovrapponendo le generazioni e permettendosi incursioni in territori molto distanti, eleggendo le contraddizioni e le diversità al cuore del proprio operare come pratica di racconto del presente attraverso le opere degli artisti che crediamo significativi. L’essenza stessa della nostra missione si colloca in questo spazio “in between”, luogo di mediazioni e riconciliazioni tra opposti, ambito di riflessione e accoglienza».

 

 

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