In occasione della Design Week 2018, BASE Milano – tra i più importanti progetti di rigenerazione urbana in Europa – propone una riflessione critica sul city making e le nuove forme della trasformazione urbana.
Ad aprire il racconto sarà la mostra Trouble Making. Who’s making the city? a cura di Raumplan – studio di curatela e allestimento nell’ambito dell’architettura e del design – una mostra sui fenomeni di massa e le reti virtuali che stanno cambiando il volto delle nostre città. Il percorso espositivo affronterà il city making e il tema delle smart cities come sfida aperta in cui l’ideale della partecipazione si fa strada tra ostacoli e rischi. Attraverso il lavoro di artisti, fotografi e videomaker, la mostra offrirà una lettura di alcuni fenomeni collettivi che coinvolgono la realtà urbana: dall’esplosione dell’attività dei corrieri ai nuovi circuiti del turismo di massa, fino ai processi innescati dalla sharing economy, dall’home sharing e dall’informazione online fai-da-te. Accanto a diversi contributi dedicati agli effetti urbani e domestici delle piattaforme di sharing e delle tecnologie smart, un’installazione sulle app di instant messaging come Telegram, un cortometraggio sui city sightseeing bus e un progetto fotografico sui corrieri del food delivery.
Tra i casi studio di progettazione urbana, la stessa BASE Milano che presenterà al pubblico una nuova porzione di spazi rigenerati – da 6.000 a 12.000 metri quadri -, con nuovi prototipi di servizi e funzioni: una portineria di quartiere di nuova concezione, una rinnovata officina interna in condivisione e uncortile che da area di carico-scarico industriale viene restituito alla città e trasformato in spazio per l’intrattenimento culturale.Al suo terzo Fuorisalone, BASE si riconferma quindi un punto di riferimento fondamentale per l’innovazione, la creatività e la cultura, proponendosi come caso studio per nuovi modelli di rigenerazione urbana: uno spazio pubblico, gestito da un’impresa sociale privata, non-profit, frutto di un consorzio misto di associazioni e imprese private, auto-finanziato, che vive sul mercato, con una programmazione partecipativa e miscellanea, costruita insieme a molteplici attori culturali della città. Un ecosistema in continua trasformazione, caso unico nel suo genere e allo stesso tempo parte di un processo di trasformazione più ampio che interessa larga parte delle aree metropolitane occidentali, in cui l’arretramento del manifatturiero lascia spazio a nuove industrie e nuove funzioni urbane. Una scelta di indagare i processi urbani e di rigenerazione che scaturisce proprio a partire dall’attuale fase evolutiva che vede BASE come una grande Learning Machine: una macchina per l’apprendimento, laboratorio di formazione permanente al servizio della città, del quartiere e dei professionisti delle industrie creative. E, allo stesso tempo, una macchina che apprende, un grande organismo capace di mettere in dialogo comunità creative diverse per assorbire, condividere e ritrasformare reciproci contenuti e contaminazioni.