ARIANO FOLKFESTIVAL LA WORLD MUSIC PIÙ CORAGGIOSA
Ariano Folkfestival raddoppia e regala al pubblico la sua Winter Edition. Dopo il successo di questa estate – confermate oltre 20.000 presenze – il festival ormai diventato prestigioso punto di riferimento europeo della world music torna con la sua ventiduesima edizione il 22, 27, 28 e 29 dicembre per una staffetta di musica in cui si passano il testimone Italia, Spagna e Grecia.
Quattro giorni di concerti ed eventi gratuiti, grazie al supporto della Regione Campania, in cui il ricercato jazz venato di follia di Giacomo Toni si unisce all’elegante cornamusa di Hevia, in arrivo dal palco del Concerto di Natale in Vaticano; e l’energia degli “zingari della musica” España Circo Este va a braccetto con la poetica di Luca Bassanese.
Solo Ariano Folkfestival poteva portare sul palco una line up così. Stili e sonorità diverse che si abbracciano e incrociano con un unico comune denominatore: la volontà di esplorare i suoni del mondo attraverso le voci e gli strumenti di chi fa musica senza confine di genere ed etichette.
Ecco allora che non poteva mancare l’ambizioso progetto dei Gran Bal Dub in cui l’elettronica si fonde con la musica occitana. Lo firmano Sergio Berardo dei Lou Dalfin e Madaski, guru del dub italiano e mente degli Africa Unite. Ancora, ospiti di Ariano il trascinante punk-ska dei Talco e le sonorità balcaniche dei Koza Mostra, capaci di mescolare abilmente ska, punk e rock con generi di musica tradizionale quali il rebetiko e la musica folk greca.
Come l’edizione estiva, anche Ariano Folkfestival Winter Edition si arricchisce con diverse attività collaterali: il relax e benessere dello Spazio Yoga, la fotografia di Photozone, gli aperitivi gourmet di Aperiworld, e le letture di Bookzone. Eventi in cui non mancherà la musica: Camillo, Dj Grissino e Coco Djette hanno la missione di non far scendere il silenzio durante gli appuntamenti diurni.
A dare il via al festival venerdì 22 dicembre l’estro di Giacomo Toni accompagnato dalla 900 Band nell’Auditorium comunale, anticipato dal Nicola Memoli duo e seguito dal buffet offerto dall’Associazione Red Sox. Cantautore romagnolo celebre per il suo jazz ricercato, in grado di unire ritmi blues e incursioni swing, i suoi testi sono ironici e pungenti, di un cinismo che a volte sconfina nell’euforia. Rimandano al genio di Giorgio Gaber ed Enzo Iannacci, si muovono tra Paolo Conte e Vinicio Capossela. Le sue canzoni sono fotografie, storie, parole che saltano qua e là sui tasti del pianoforte, sigarette spente sull’asfalto alle 5 del mattino, bicchieri di vino bevuti in solitudine al bancone di un bar. Per dirla in una frase, quanto mai centrata quella di Rolling Stone: “Prendete Paolo Conte e immergetelo in una vasca piena di LSD: otterrete le sue bizzarre narrazioni pianistiche”.
Mercoledì 27 dicembre cambio di location e genere. L’appuntamento è nella tendostruttura riscaldata in località Calvario. Sul palco il cantastorie Luca Bassanese e la Piccola Orchestra Popolare,già apprezzati ospiti dell’Ariano Folkfestival 2015. Cresciuto con i dischi di Fabrizio De André e ravvivato dal potente folklore delle due rive adriatiche (quella italiana e quella balcanica) che soffia sul braciere acceso dell’impegno sociale, Bassanese ha alle spalle collaborazioni importanti (una su tutte quella con Jacopo Fo) e ha conquistato nel 2015 la Targa MEI (Meeting Etichette Indipendenti) per la salvaguardia della musica popolare. Già vincitore Premio Recanati Musicultura e Attestato di Merito per l’Impegno Civile, “Colpiscimi felicità” è il suo ultimo album, uscito quest’anno.
A seguire gli España Circo Este, band italiana dalle influenze latin rock punk. Appena 5 anni di attività e oltre 500 concerti in Italia ed Europa, supporter ufficiali di artisti del calibro di Manu Chao, Gogol Bordello, Dubioza Kollektive e Shaggy, il loro nuovo disco, “Scienze della maleducazione”, è uscito nel 2017 con Garrincha Dischi (Lo Stato Sociale ed Ex Otago).
Una tempesta di elettronica unita al sound della musica occitana travolgerà Ariano giovedì 28 dicembre. E’ il coraggioso e originale progetto Gran Bal Dub, di Sergio Berardo e Madaski, a cui si aggiunge il violino di Chiara Cesano e la fisarmonica di Roby Avena. Segue un punto di riferimento del sound punk-ska-folk in Europa: è la volta dei Talco, leggendario gruppo in arrivo da Marghera (Venezia).
A chiudere il festival venerdì 29 dicembre la cornamusa spagnola di Hevia, che incantò tutta Europa con la canzone “Busindre Reel”, arrivata in Italia con uno spot della Opel. Artista originario dalle Asturie, storica terra di frontiera tra mare e monti, dove i traffici marittimi hanno contaminato le sue tradizioni mescolandole con quelle dei popoli celtici, Hevia trae ispirazione dalla sua famosa Gaita, una variante elettronica della cornamusa, che ha contribuito a inventare.
A seguire, il trascinante mix di sonorità balcaniche, rock e ska che dalla Grecia ci portano i Koza Mostra guidati dall’eclettico Ilias Kozas.
Con alle spalle oltre 20 anni di storia, il festival ha ospitato oltre 250 band provenienti da 20 diverse nazioni con nomi del calibro di Calexico, Gogol Bordello, Vinicio Capossela, Goran Bregovic, Bombino, Instituto Mexicano del Sonido, Balkan Beat Box e Tony Allen, Seun Kuti + Egypyt 80, Alborosie, Dubioza Kolektiv, le A-Wa, la Fanfara Tirana e tanti altri.