LA GRANDE ARTE AL CINEMA UN VIAGGIO TRA LE OPERE DI CARAVAGGIO, HOCKNEY, VAN GOGH, CEZANNE E L’OSSESSIONE NAZISTA PER L’ARTE
Dopo il successo della scorsa stagione della Grande Arte al Cinema che ha raccolto oltre 400 mila spettatori, da gennaio a maggio 2018, nelle sale italiane un nuovo calendario di eventi cinematografici che, grazie alla tecnologia del cinema digitale, faranno vivere sul grande schermo tutta la ricchezza delle mostre, degli artisti e dei musei più importanti del mondo.
A inaugurare questo nuovo ciclo, il 30 e 31 gennaio, ci sarà David Hockney dalla Royal Academy of Arts, il docufilm che racconta le due grandi mostre dedicate all’artista negli ultimi cinque anni dalla Royal Academy of Arts di Londra. Membro della Royal Academy dal 1991, David Hockney – uno degli artisti britannici più famosi al mondo- ha un rapporto unico con l’istituzione, per i cui spazi realizza le due mostre ad hoc, trasformandole in due eventi spettacolari. Le sue esposizioni a Londra, Parigi, New York attraggono sempre un numero altissimo di visitatori e ora gli spettatori avranno modo di conoscere anche sul grande schermo uno dei maestri del 21° secolo, l’artefice di opere iconiche come A Bigger Splash e A Closer Grand Canyon, ascoltando l’intervista all’artista a cura di Tim Marlow, Direttore Artistico della Royal Academy of Arts. Hockney avrà modo di raccontare il suo primo viaggio all’estero, in Egitto nel 1963, il dolore per la morte dell’amico Jonathan Silver e le tecniche innovative che sta abbracciando in questi anni, come disegni e video realizzati con l’iPad. Ad arricchire il percorso anche i pareri dei critici d’arte Martin Gayford e Jonathan Jones, e quelli di Edith Devaney (Senior Contemporary Curator della Royal Academy of Arts) che posò due volte per l’artista.
Il 19, 20, e 21 febbraio approda sugli schermi cinematografici italiani Caravaggio – L’Anima e il Sangue, una delle prime produzioni in Italia realizzate in 8K che offre una percezione quasi tattile delle oltre 40 opere trattate nel film. Dedicato a uno degli artisti più controversi e amati al mondo e prodotto da Sky e Magnitudo Film, il film fa intraprendere allo spettatore un viaggio emozionante attraverso la vita, le opere e i tormenti di Caravaggio, pittore geniale e contraddittorio, che più di ogni altro ha raccolto in sé luci e ombre, genio e sregolatezza, generando opere sublimi. “Caravaggio – L’Anima e il Sangue” è un excursus narrativo attraverso i luoghi in cui l’artista ha vissuto e quelli che custodiscono oggi alcune tra le sue opere più note: Milano, Firenze, Roma, Napoli e Malta. Un’approfondita ricerca documentale negli archivi che custodiscono traccia del passaggio dell’artista conduce lo spettatore sulle tracce del Merisi mentre le scene fotografiche e simboliche ambientate in un contesto contemporaneo ed essenziale mettono in scena gli stati d’animo di Caravaggio con un grande impatto emotivo. Ad accompagnare queste scene la voce interiore di Caravaggio affidata a Manuel Agnelli. La consulenza scientifica del film è invece affidata al prof. Claudio Strinati, storico dell’arte esperto di Caravaggio, che nel film racconta la figura dell’artista in stretta correlazione con le sue opere. Caravaggio – L’Anima e il Sangue è ulteriormente arricchito dagli interventi autorevoli della prof.ssa Mina Gregori, Presidente della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, e della dott.ssa Rossella Vodret anche curatrice della mostra “Dentro Caravaggio” in corso a Palazzo Reale fino al 28 gennaio 2018.
Il 13 e 14 marzo ci si addentrerà invece, attraverso documenti e grandi mostre del passato e dei giorni nostri, nell’ossessione nazista per l’arte, con Hitler contro Picasso e gli altri. Sono trascorsi 80 anni da quando il regime nazista mise al bando la cosiddetta “arte degenerata”, organizzando nel 1937, a Monaco, un’esposizione pubblica per condannarla e deriderla e, contemporaneamente, un’esposizione per esaltare la “pura arte ariana”. In quei giorni cominciò la razzia, nei musei dei territori occupati e nelle case di collezionisti e ebrei, di capolavori destinati a occupare gli spazi di quello che Hitler immaginava come il Louvre di Linz, rimasto poi solo sulla carta e a Carinhall, la residenza privata di Goering, l’altro grande protagonista del saccheggio dell’Europa. Il documentario raccoglie testimonianze dirette legate a storie che prendono il via dalle grandi mostre che a distanza di 80 anni, nel 2017, fanno il punto sull’arte trafugata, tra protagonisti di quegli anni, e ultime restituzioni: “21 rue La Boétie” la mostra parigina nata dalla volontà di esporre parte di un prezioso patrimonio recuperato, la collezione di Paul Rosenberg, uno dei più grandi collezionisti e mercanti d’arte di inizio ‘900, con quadri da Picasso a Matisse; “Looted Art “, la mostra olandese che espone i quadri provenienti dai depositi statali olandesi e dalle collezioni razziate dai nazisti; “Dossier Gurlitt”, la mostra di Berna e Bonn che per la prima volta espone la collezione segreta di Cornelius Gurlitt, figlio di uno dei collezionisti e mercanti d’arte che collaborarono coi nazisti, fermato per caso dalla polizia doganale su un treno per Monaco nel 2012. Tra le tele della collezione trafugata capolavori di Chagall, Monet, Picasso e Matisse.
Il 9, 10 e 11 aprile sarà il momento di Van Gogh. Tra il Grano e il Cielo, un tour cinematografico attraverso il lascito della più grande collezionista privata del pittore olandese: Helene Kröller-Müller (1869-1939), che ai primi del Novecento giunse ad acquistare quasi 300 suoi lavori, tra dipinti e disegni. La storia di questa passione sfociata in un’impressionante collezione d’arte è raccontata anche dalla mostra protagonista del film, Van Gogh. Tra il grano e il cielo, alla Basilica Palladiana di Vicenza fino all’8 aprile 2018, che raccoglie 40 dipinti e 85 disegni proventi dal Kröller-Müller Museum di Otterlo in Olanda, dove oggi è custodita l’eredità di Helene. Un’esposizione che, con la curatela del critico d’arte Marco Goldin, presenza narrante anche nel film, oltre a raccontarci l’arte e il genio di Van Gogh, permette di capire l’importanza del disegno e di lunghi studi preparatori nella sua pratica artistica. Helene si innamorò dell’Italia, di cui visitò Milano, Firenze e Roma nel 1910 e nel 1913, e soprattutto delle sue opere d’arte, tanto da decidere, in seguito a questi viaggi, di dar vita a una sua collezione, ospitata nel Kröller-Müller Museum nelle cui sale pure si snoda il docufilm.
Chiude la stagione della Grande Arte al Cinema, l’8 e il 9 maggio, Cézanne – Ritratti di una vita, il documentario sul padre dell’arte moderna, colui che influenzò Fauves, cubisti e tutti gli artisti delle avanguardie. Cézanne – Ritratti di una vita conduce lo spettatore nella vita dell’artista attraverso le sue lettere personali e l’esplorazione degli spazi privati, includendo anche filmati girati nel sud della Francia, dove Cézanne nacque e si spense. Ancora una volta lo spunto per il racconto nasce da una mostra itinerante: “Cézanne’s portraits”, che raccoglie per la prima volta da collezioni di tutto il mondo oltre cinquanta ritratti eseguiti dall’artista, in viaggio tra la National Portrait Gallery di Londra, il Musée d’Orsay di Parigi e la National Gallery of Art di Washington DC.
(elenco sale a breve disponibile su www.nexodigital.it)